il dormire

La definizione di sonno

Gli esperti definiscono il sonno una momentanea sospensione della coscienza durante la quale restano attivi i processi della vita vegetativa, come la respirazione, il battito cardiaco, la circolazione del sangue e della linfa, la produzione di cellule e ormoni.

Il sonno è uno status naturale che è necessario a ogni essere vivente per recuperare le energie fisiche e psichiche spese nel corso della giornata in stato di veglia.

La necessità di dormire dipende da molti fattori. Alcune persone si sentono bene dopo  5/6 ore di sonno, mentre per le altre, anche in età adulta, e indispensabile riposare 9/10 ore per sentirsi in forma ed energici. Per tutti però è importante che il sonno sia continuativo senza continui risvegli.

Tuttavia, dormire 8 ore a notte è ideale per la maggior parte degli adulti: allunga la vita e allontana il rischio di ammalarsi di gravi patologie. Sono numerose le ricerche scientifiche giunte a questa conclusione, tanto che le 8 ore di sonno sono quelle consigliate dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nelle sue linee guida.

Ma quante persone rispettano questo consiglio? Poche, molto poche. Se negli anni ’40 del secolo scorso era soltanto l’8 percento delle persone che dormiva circa 6 ore a notte, nel 2017 si è infatti arrivati quasi a una su due. Un cambio radicale nel corso degli ultimi 75 anni causato principalmente da molteplici fattori sociali.

Il momento migliore per dormire è la notte. L’organismo è regolato su particolari ritmi chiamati circadiani. Quando è giorno le attività biochimiche dell’organismo vengono stimolate ed è più normale stare svegli, lavorare, studiare, avere vita di relazione. Durante la notte, con il buio, l’attività dell’organismo subisce un rallentamento ed è quindi opportuno riposare bene.

Le fasi del sonno

Durante il sonno l’attività cerebrale di una persona continua anche se la coscienza è momentaneamente sospesa. Le funzioni del cervello durante il riposo notturno si articolano in due fasi che si ripetono ciclicamente per tutta la durata del sonno.

Quando ci si corica occorrono circa 10/15 minuti per prendere sonno. Poi quando ci si è addormentati ha inizio l’alternarsi delle due fasi del sonno non-REM e REM. La sigla REM deriva dall’espressione Rapid Eye Movement (movimenti rapidi degli occhi) che caratterizza la fase onirica.

La fase non-REM rappresenta il periodo di sonno leggero (stadi 1 e 2) e del sonno profondo (stadi 3 e 4). durante la fase non-REM il cervello emette onde elettriche forti e non si verificano i sogni. Per risvegliarsi dalla fase di sonno profondo sono necessari rumori molto intensi.

La fase REM rappresenta il periodo in cui si sogna. In fase REM il cervello è soggetto ad una attività intensa. Gli occhi si muovono rincorrendo le immagini. In questo stadio nei primi 80/100 minuti di sonno è molto breve (dura circa 20 minuti) e si alterna con i 4 stadi   non-REM per circa 80 minuti. Con il passare delle ore la durata delle due fasi si invertono.

Un ciclo di sonno (dalla fase non-REM a quella REM) ha una durata totale di circa 80/100 minuti ciascuno. Un ciclo di sonno completo negli adulti è caratterizzato da una alternanza regolare da fase non-REM stadio 1-2-3-4 a fase Rem, per poi ricominciare di nuovo in una una media a notte di 4/5 cicli completi.

SONNO E BELLEZZA

La pelle umana è liscia e soda grazie a una proteina denominata collagene. Se una persona passa diverse notti di pessimo sonno il suo corpo inizia a produrre un ormone dello stress chiamato cortisolo. Questo ormone inibisce la produzione di collagene dando alla pelle del viso un aspetto “invecchiato” e questo effetto, purtroppo, si manifesta in maniera sorprendentemente rapida. Uno studio condotto da alcuni ricercatori ha messo in evidenza che le persone in uno stato di privazione di sonno presentano occhi rossi, un aumento delle occhiaie, pelle più pallida e presenza di rughe.

 

Il messaggio è chiaro: chi dorme male ce l’ha scritto in faccia.

Però, non dobbiamo solo pensare a quante ore sonno facciamo ma, a dormire bene rispettando i naturali ritmi del giorno e della notte perchè il ricambio cellulare dell’epidermide durante le ore notturne decuplica rispetto alle ore diurne.

Diventa importante rallentare le nostre attività già dalle 19 per permettere che una parte delle energie profuse dal nostro organismo vengano impiegate per attivare l’idratazione e rigenerazione dell’epidermide. Un processo che si prolunga durante il sonno, mediamente fino alle 3 del mattino, o si perde in modo definitivo se si fanno le “ore piccole”.

L’espressione “sonno di bellezza” non è solo un modo di dire: è comprovato scientificamente che dopo una bella dormita ci si sveglia con un bell’aspetto e ci si sente fisicamente bene, “come nuovi”.

Dormire è fondamentale

Vivere senza dormire è impossibile. Ogni alterazione del sonno può provocare disturbi durante lo stato di veglia, non solo perchè limita i meccanismi di recupero, ma anche per la desincronizzazione dei ritmi biologici.

La prima regola per dormire bene è cercare di individuare la propria esigenza in merito alla durata del sonno e fare di tutto per rispettarla, perché le variazioni (risvegli anticipati o lunghe notti senza sonno) costituiscono un’alterazione dell’equilibrio naturale e possono portare, alla lunga, a soffrire di insonnia.

Questo è stato ampiamente dimostrato:  i lavoratori turnisti, gente dello spettacolo, giovani dalla vita sregolata che conducono a lungo, per forza o per scelta, uno stile di vita che stravolge i ritmi naturali di sonno-veglia hanno probabilità molto alte di essere  affetti da disturbi del sonno.

Il sonno rappresenta più di in terzo della nostra vita: su una vita media di 75 anni ne passiamo a 25 anni a letto.

Il sonno è fondamentale e pensare che sia una perdita di tempo è un vero errore. Più del 50% dei giovani adulti dorme con il cellulare acceso e risponde ai messaggi durante la notte creando dei danni enormi al sonno. Lo stesso problema riguarda anche gli adolescenti che a causa del cellulare sono in uno stato di privazione di sonno pari al 6% a 11 anni e del 32% a 15 anni e questo dato attesta una delle cause del fallimento scolastico, dell’ansia e degli incidenti.

Per comprendere a cosa serva il sonno e convincerci che dormire significa vivere, guardiamo che cosa succede quando smettiamo di dormire. Secondo gli scienziati ridurre in modo considerevole o cronico il tempo dedicato al sonno ha conseguenze nefaste per l’organismo tali che le complicazioni che subisce il corpo potrebbero portare alla morte.

Il sonno, la lampadina e internet

La luce quando colpisce gli occhi inibisce la produzione di melatonina, l’ormone che induce al sonno e, di conseguenza, ci sentiamo più attivi e energici. Al contrario, il buio spinge il cervello a rilasciare l’ormone il quale a sua volta ci fa venir voglia di andare a letto.

Ogni ventiquattr’ore la Terra compie un giro su se stessa e, con la stessa precisione con cui la notte segue il giorno, i nostri antenati si muovevano con la luce e si addormentavano con il buio.

Poi circa 150 anni fa tutto cambiò con la scoperta della lampadina. Essa ha avuto un enorme impatto sul tessuto sociale. Facendo scattare un semplice interruttore, le persone di tutto il mondo erano in grado di vedere al buio e di restare con una certa facilità sveglie più a lungo. Il successo dilagante della lampadina fece sì che le persone si trovassero esposte a notevoli quantità di luce naturale e artificiale, con la conseguenza che il mondo iniziò a restare sveglio sempre più a lungo.

Nel corso degli ultimi anni la situazione è diventata ancora più estrema. L’accesso prima ai media tradizionali (televisione, stampa, radio e cinema) e poi ai media digitali  (dispositivi elettronici collegati a internet) ventiquattr’ore su ventiquattro ci hanno trasformato tutti in creature della notte.

Tutti noi ormai viviamo in un mondo che dorme poco dove l’insonnia è sempre più diffusa: una persona su tre ne è colpita. L’Associazione Italiana di Medicina del Sonno indica che il 40% delle donne tra i 45 e i 55 anni ne soffre. Anche per gli uomini sopra i 60 anni si registrano percentuali del 30%

Per questo motivo gli scienziati hanno iniziato a studiare cosa succeda al corpo e al cervello umano quando soffrono di deprivazione di sonno. Quello che hanno scoperto è sufficiente a non farci chiudere occhio.

Il dormire e l’evoluzione umana

Fino a poco tempo fa gli scienziati non sapevano fornire una risposta coerente o completa alla domanda: perchè dormiamo?

Si conoscono bene i tre istinti (comportamenti automatici dell’uomo che non derivano da apprendimento o scelta personale) fondamentali della vita umana (mangiare, bere e riprodursi) mentre il quarto istinto biologico  (dormire) ha continuato per anni a eludere la scienza.

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Se cerchiamo di rispondere alla domanda perchè dormiamo dal punto di vista dell’evoluzione della specie umana il dormire è un fenomeno biologico folle. Quando dormiamo non possiamo procurarci il cibo, socializzare e nemmeno trovare un compagno per riprodurci. Durante il sonno non possiamo mangiare e nutrire i figli e peggio ancora siamo molto vulnerabili.

Per questi aspetti negativi durante l’evoluzione umana il sonno si sarebbe dovuto ridurre o ricevere una forte pressione al suo ridimensionamento. Invece, il sonno si è evoluto e perseverato assieme alla vita visto che ogni specie vivente dorme.

La permanenza del sonno nel corso dell’evoluzione lascia presumere l’esistenza  di enormi benefici che prevalgono di gran lunga su tutti i numerosi rischi e svantaggi.

La carenza di sonno

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che esiste una epidemia di mancanza di sonno in tutti i paesi industrializzati: due terzi degli adulti che vivono in questi paesi non raggiungono le otto ore di sonno notturno consigliate per essere in buona salute.

L’essere umano è l’unica specie che dorme meno di quanto avrebbe bisogno senza trarne nessun vero guadagno. Tutte le componenti del benessere individuale e del tessuto sociale sono danneggiate dalla nostra carenza di sonno.

Gli scienziati hanno iniziato a fare pressione sui medici per iniziare a prescrivere ai loro pazienti ore di sonno. Però, non si tratta di consigliare i sonniferi, anzi, semmai il contrario visto che stanno emergendo gli effetti deleteri di questi farmaci sulla salute.

La mancanza di sonno può uccidere? In almeno due casi si.

Il primo è quello di una malattia molto rara che si manifesta con un’insonnia progressiva che porta il paziente a smettere di dormire con conseguente perdita di molte funzioni cerebrali e corporee di base che lo portano alla morte. Questa malattia conferma che la mancanza di sonno può uccidere un essere umano.

Il secondo caso è quello di chi si mette alla guida di un veicolo a motore senza aver dormito a sufficienza. La sonnolenza alla guida causa ogni anno centinaia di migliaia di incidenti, molti dei quali mortali ed essi sono superiori di quelli causati da stati di ubriachezza e droghe.

Perchè dormiamo

La scienza non è mai riuscita a spiegare perchè dormiamo. E’ uno dei principali misteri della biologia. Tutti i più efficaci approcci per risolvere i problemi della scienza (la genetica, la biologia molecolare e la potente tecnologia digitale) non hanno permesso di aprire l’ostinato lucchetto che protegge il segreto del sonno.

Ma forse è la domanda che è sbagliata perchè implica l’esistenza, fra tutte le possibili ragioni, di una singola funzione. Ma la verità è molto diversa: il sonno è infinitamente più complesso, molto più interessante e più importante per la nostra salute. Dormiamo per vivere meglio e il sonno, per raggiungere questo obiettivo, assolve un ricchissimo ventaglio di funzioni e non una in particolare.

Nell’esplosione di scoperte avvenute negli ultimi vent’anni abbiamo compreso che il sonno dispensa una moltitudine di benefici notturni per il nostro corpo e il nostro cervello che possono essere nostri con un’applicazione ripetuta ogni ventiquattr’ore.

L’esercizio fisico e una dieta equilibrata sono d’importanza vitale ma oggi vediamo il sonno come la forza predominante in questa triade della salute. I danni fisici e mentali causati da una notte di sonno di cattiva qualità rendono quasi trascurabili quelli causati da un’assenza equivalente di attività fisica o di cibo. E’ difficile immaginare un altro stato che riesca a intervenire con una simile potenza sulla salute psicofisica a ogni livello di analisi.

Non abbiamo bisogno di chiederci a cosa serve il sonno. Ma al contrario, siamo costretti a interrogarci se esistono funzioni biologiche che non traggono vantaggi da una buona notte di sonno: migliaia di studi hanno confermato che non ne esistono.

Dormire è la cosa migliore che possiamo fare per far ripartire da zero ogni giorno il corpo e la mente, è lo sforzo più efficace di Madre Natura per contrastare la morte. Purtroppo, le prove che spiegano i pericoli che colpiscono le persone in caso di mancanza di sonno non sono esposte con chiarezza al grande pubblico. Si tratta della peggiore omissione nella comunicazione medica contemporanea.

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